lunedì 28 marzo 2016

#7 JEN LINDLEY

JEN LINDLEY, LA RIBELLE DEL TEEN DRAMA


Mettiamola così : se Jen Lindley non fosse stata spedita dai genitori da New York a Capeside per redimersi dai suoi peccati di ragazza ribelle, l’epopea di Dawson’s Creek non avrebbe avuto inizio. Jen è l’evento critico fin dalla prima puntata della serie. 


 
Ricordo che anche se avrò avuto 10 anni, i miei pomeriggi tra pane e Nutella e pene d’amore erano fortemente connotati dalla presenza di Jen. Dai suoi capelli corti prima di tutto. Poi ovviamente costituiva un’alternativa di gran lunga più interessante al modello di donna incarnato da Joey Potter. Le due, eterne amiche-nemiche, rappresentavano due possibilità molto diverse di vivere la sessualità, gli errori, l’amore e l’amicizia. Sono sempre stata del partito Jen, la ragazza di New York che arriva nella cittadina e sembra una strega perché beve e fuma.
Durante le serie sviluppa modelli di rapporto molto più autentici dello stereotipato “amore adolescenziale”. Jen è umana, caotica ma profondamente emotiva.Lei e Jack sono i primi due personaggi - nella serie migliori amici - che affrontano la questione dell’omosessualità, quindi della discriminazione e dello stigma sociale in una realtà di provincia americana.
Inoltre Jen rischia anche in amicizia, vivendo un rapporto vero e sofferto con Abby, personaggio più odiato dalla cricca timorata di liceali perché scomodo e trasgressivo.Ricordo di aver scoperto molte "prime cose" grazie a Jen. Mi viene in mente la terza serie in cui prova a contrattare una relazione di "solo sesso" con Pacey e io che pensavo "beh, mica male come idea". 

 

 
Jen è forse il personaggio più sfaccettato della serie. Attraversa periodi di lutto (quello del nonno e dell’amica Abby), continue delusioni amorose e difficoltà familiari, mostrando la fragilità di una donna che non ha paura di compromettersi e di essere giudicata. Le crisi di Jen mi hanno insegnato che spesso crescendo succede anche di "non capirci niente", di aver bisogno di sbattere la testa, bere, fare cazzate, ricordando poi di ripartire sempre da cosa si vuole, da un migliore amico e da una nonna.

Ovviamente doveva morire qualcuno alla fine e chi se non Jen?

L’autore Williamson ha dichiarato di aver pensato il finale in funzione del fatto che "i ragazzi non avevano ancora vissuto la morte di un membro del loro gruppo e mi sono detto, sarebbe la chiusura del cerchio del cammino dell’età. Ho scelto Jen perché si è sempre sentita un’outsider e una disadattata." Chiusura coerente con un telefilm che ha trattato le differenze spesso come questioni di personaggi a margine.Per questo “facciamo morire quella che  tanto non si sposa con nessun protagonista però è una madre single”. Ma va bene Jen, non c’è problema. Come hai aperto la serie, spetta a te chiuderla con l’ultima esperienza vera.



Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...